Com'è oggi la situazione in Grecia? il leader Alexis Tsipras potrebbe lasciare la carica e il paese andrebbe alle elezioni anticipate? Questo non è del tutto scontato. Da tempo la Grecia deve fare i conti con una grave crisi economica e finanziaria e le riforme volute dall'Europa non hanno dato reali benefici alla nazione, anzi il debito pubblico di Atene è salito al 179% cioè al primo posto nella classifica europea, e la disoccupazione supera il 23,5%. inoltre il negoziato per potere sbloccare l'ultima tranche degli aiuti ad Atene sono in una pericolosa e anche prolungata fase di stallo. Sopratutto per quelleo che riguarda le riforme per lavoro e pensioni è tutto fermo ma senza queste i creditori pubblici non danno il loro nulla osta per lo stacco dell' assegno per risolvere la situazione ellenica e questo di conseguenza fa si che Atene non possa rimborsare gli stessi creditori entro il 7 luglio ovvero entra data in cui presumibilmente, le casse dello stato arriveranno a essere a secco. Le richieste della Troika e un tira e molla economico, hanno portato il paese alle elezioni anticipate per 3 volte in 2 anni. Il ritorno del caos però non dovrebber esserci dato che dopo il fallimento della corrente Tsipras del 2015, durante la quale nei colloqui con l'Europa si sarebbe potuto dato il via alla tranche del prestito da 86 miliardi di euro, la popolazione non ha più fiducia nei suoi governanti. In quell'occasione la Grecia fu molto vicina a uscire dall'Unione Europea, che la stessa popolazione con un referendum aveva richiesto ma l'esito del quale fu clamorosamente ignorato dallo stesso governo Tsipras.
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Il governo islandese concluderà tutte le restrizioni che per otto anni hanno limitato la libera circolazione dei capitali da parte delle imprese, privati e fondi pensione, dopo i controlli imposti a seguito del crollo delle grandi banche nel mese di ottobre 2008 e che ha portato alla sua nazionalizzazione nel 2009, hanno contribuito a stabilizzare il prezzo della moneta e l'economia islandese, completando il ritorno ai mercati finanziari internazionali.
"Questa decisione rappresenta un primo passo fondamentale nella strategia del nuovo governo per il futuro finanziario del paese e ora possiamo guardare avanti verso un'economia più sana, più forte e diversificata", ha detto il ministro delle finanze islandese Benedikt Jóhannesson, che ha notato che il provvedimento è stato possibile anche aggiornare le norme in materia di tassi di cambio e più elevati requisiti di riserva collegati al flusso di valuta estera. Nel corso dell'ultimo anno, il governo e la banca centrale islandese avevano alzato questi controlli gradualmente attraverso un processo focalizzato sulla protezione della valuta e la sicurezza per l'economia del paese, compresa l'introduzione di nuove norme da parte del BCV per quanto riguarda i tassi di cambio e per limitare l'impatto del carry trade. Il Ministero delle Finanze islandese ha sottolineato che i controlli sui capitali imposti nel 2008 hanno stabilizzato la valuta e l'economia islandese "per evitare una crisi generalizzata" per proteggere l'economia da un "deprezzamento grave" della sua moneta. Il provvedimento, che è stato sostenuto dal FMI, ha contribuito a ridurre l'impatto della forte turbolenza a breve termine sui cittadini islandesi e titolari stranieri di ISK. |
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Marzo 2017
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