Dopo le parole del Premier Renzi a Cernobbio, i sindacati hanno minacciato lo sciopero generale. Secondo Renzi è arrivato il momento di interrompere il sodalizio tra le banche e la politica. Inoltre, a suo parere, è necessario che le banche si aggreghino. Le filiali in Italia sono le più numerose rispetto al resto del mondo e ciò sembra non aiutare la crescita economica.
La risposta dei sindacati Ovviamente, le dichiarazioni del Presidente del consiglio Matteo Renzi volevano rappresentare uno spunto di riflessione per il sistema bancario. 328.000: sono questi i dipendenti delle banche italiane e nell'opinione del Premier si tratta di un numero decisamente eccessivo. Per riuscire a far comprendere meglio il messaggio, Renzi ha portato un esempio molto semplice. Fino a non molto tempo fa, sua moglie era abituata a fare ogni genere di movimento in filiale. Oggi, invece, riesce a fare tutto con lo smartphone. Perché, dunque, non ridurre il personale? Da qui a dieci anni, i bancari si ridurranno e arriveranno ad essere tra 150.000 e 200.000. I sindacati, ovviamente, non hanno tardato a tuonare contro le dichiarazioni del Premier. Oltre a minacciare lo sciopero generale, infatti, minacciano una mobilitazione finalizzata a manifestare contro i tagli per accontentare i poteri forti. Gli attacchi al Premier Renzi I sindacati hanno fatto presente che il Presidente del consiglio Matteo Renzi avrebbe dovuto confrontarsi con i sindacati invece di limitarsi a fare qualche esempio che non fotografa affatto l'attuale situazione del sistema bancario. Inoltre, i sindacati hanno fatto presente che nel discorso di Renzi c'è un ossimoro di base. Se, infatti, la politica deve stare fuori dalle banche perché il Presidente del consiglio si permette di fissare il tetto massimo dei dipendenti e delle filiali? Le associazioni dei lavoratori, inoltre, chiedono al governo di poter avviare un confronto. Al loro fianco ci sarà anche l'associazione bancaria pronta a documentare la propria tesi ed a sconfessare il Presidente del consiglio. Tra le altre cose, i dati in questione sono già stati presentati dal presidente dell'ABI nel mese di luglio. Le dichiarazioni di Luigi Abete Il Presidente di BNL Luigi Abete si è detto d'accordo con il Presidente Renzi. Nella sua opinione, dalle parole del Premier Renzi si evince solo buon senso e non certo una minaccia. Brunetta, invece, ha fatto presente attraverso i social che, a suo parere, il premier deve fare solo il premier e non deve ergersi a portatore sano di verità per il sistema bancario. Insomma, le posizioni son o molto discordanti e, pertanto, non resta altro da fare che attendere e scoprire l'esito del prossimo incontro tra i sindacati ed il governo. Di sicuro, si tratterà di un incontro chiarificatore che consentirà ad entrambe le parti di raggiungere una sintesi efficace ed utile per l'intero sistema economico.
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Marzo 2017
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